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La maggior parte delle persone, me compreso, almeno una volta nella vita è stata in contatto con un dietologo o un nutrizionista.

Quando ero ragazzo, neanche sapevo chi fosse. La mia prima esperienza con questa figura è stata abbastanza traumatica.


Tramite passaparola, mia madre ottenne il numero di una famosa nutrizionista della mia città, e mi aveva convinto ad andarci per cambiare il mio aspetto, che iniziava a non piacermi più.


Ero in fibrillazione, mi guardai allo specchio, e pensai tra me e me:


“a breve quest’immagine riflessa sarà solo un ricordo…”


Il giorno dell'appuntamento, ci accolse una giovane segretaria. Io ero in trepidazione, e iniziavo a farmi mille domande:


"Che cosa dovrò fare? Che cosa mi chiederà?"


La porta si apre, e una voce lontana pronuncia il mio nome.


“Di Domenico? Si accomodi”…


Abbastanza spaventato, entro facendo accomodare prima mia madre, cercando di nascondermi dietro di lei.


La dottoressa mi da un’occhiata fugace, e poi chiede le informazioni a mia madre, mentre io con le mani tremolanti resto seduto sulla poltroncina.


“Tra poco sarà il turno delle mie domande", pensai.


Ma quel momento non arrivò.


La dottoressa, senza troppi fronzoli e senza neanche pronunciare il mio nome, mi chiese di alzarmi, spogliarmi, di salire sulla bilancia e dirle che numero riportava.


“Spogliarmi? Davanti mia madre e una sconosciuta che non mi ha neanche rivolto una parola?”


Rosso in volto, e soprattutto per dovere, iniziai a spogliarmi, restando molto titubante sull’abbassarmi i pantaloni, dal momento che per vergogna di me stesso, non mi spogliavo più neanche davanti a mia madre, ma poi esortato nuovamente, lo feci e salii sulla bilancia.

Non comparve alcun numero da comunicare, mi sentivo nudo, impacciato ed ero nel pallone.

“Così si rompe! Devi prima appoggiare un piede, far accendere il display e poi salirci su e comunicarmi il numero!”

Ottimo inizio, le prime parole che la dottoressa mi rivolse furono di rimprovero. Ormai con il rosso in volto, che volgeva al violaceo, ripeto l’operazione e comunico il peso.

Nel frattempo, si apre la porta, entra anche la segretaria in studio, che mi guarda e sorride, lasciando uno spiraglio di porta aperta, con occhi di pazienti che incrociavano i miei…volevo morire!

In quel momento desideravo soltanto essere invisibile, chiudere gli occhi, e ritrovarmi a casa nella mia stanza, vestito e a giocare.

Finalmente mi rivesto, mi riaccomodo sulla poltrona, e se prima erano tremolanti solo le mani, ora ero in completa agitazione e disagio.


La visita era terminata! 20 minuti di agonia, e soldi spesi, per sentirmi dire che ero obeso e che dovevo dimagrire. La dottoressa consegna a mia madre uno dei tanti fogli prestampati disposti sulla sua scrivania, con cose che avrei dovuto mangiare.


Poi prescrive delle miracolose fialette di fucus e betulla da dover assumere 3 volte al giorno prima dei pasti. Tra un mese sarei dovuto andare lì da lei con almeno 6kg in meno.


Ovviamente fu un fiasco totale!

Mia madre ne uscì con 120.000 lire in meno ed un foglio di carta.


Io ne uscii come un numero su di una bilancia, senza nome.


"Se avessi saputo prima che la visita sarebbe stata così…non ci sarei mai andato!"



La scorsa settimana ho deciso di dedicare del tempo a me stesso. Era una mattina libera dagli impegni lavorativi, ho pensato di fare una cosa che ho scoperto da alcuni anni, che mi gratifica particolarmente: Lo Shopping.


Ovvio che anche in passato acquistavo capi d’abbigliamento e di certo non potevo permettermi di andare in giro rivestito da una foglia di fico.😅


Purtroppo quando si è obesi, il gusto di vestirsi, di guardarsi allo specchio con un nuovo abito, è un qualcosa che non sempre è possibile.


Ricordo che quando ero ragazzo, e mia mamma mi chiedeva di uscire per fare shopping, per me era una condanna a morte.


La prima cosa che facevo era guardarmi allo specchio, aprire l’armadio per controllare i miei abiti larghi, rigorosamente anonimi e di colore scuro, cercando di capire di cosa avessi bisogno, e un nodo mi si stringeva alla gola.


Sapevo che non avrei trovato nulla della mia taglia e che soprattutto mi piacesse.


Oggi è molto più facile trovare abiti di varie taglie con l'online, ma in passato non era così: bisognava prendere l’auto e recarsi nei negozi di fiducia, dove in passato, già avevo trovato pantaloni e maglie della mia taglia, e quindi avrei avuto la fortuna di trovare qualcosa di nuovo, per me.

Già, perché questo “per me…” è un qualcosa che mi ha fatto sentire diverso per tutta l’adolescenza.


Entrare in un negozio dove tutti uscivano con acquisti, e io uscivo solo con la frase della commessa “per lui qui non c’è niente”, era devastante.


Mia mamma è ed è sempre stata una donna forte, e di una gentilezza unica, vedendo che io ci rimanevo male, spesso mi faceva attendere in auto con qualche scusa, e lei entrava nei vari negozi, dove con ogni probabilità chiedeva ai commessi se ci fosse qualcosa adatto alla mia taglia, ma poi ogni volta tornava in auto e mi diceva:


“Emanuele, ho fatto un giro perlustrativo, ma non c’era nulla che potesse piacerti, era roba fuori moda, quindi semmai andiamo altrove.”


Si girava, si andava altrove, ma trovare anche solo un tanto agognato jeans, era un’impresa quasi impossibile, e lì iniziava il mio disagio.

Entrare nei nuovi negozi, con commessi che ti guardavano scuotendo la testa, qualcuno che rideva sotto i baffi, altri che dicevano che dovevo andare in negozi da adulti o addirittura che dovessi farmi fare abiti su misura, mandava la mia autostima sotto i piedi.

Spesso si tornava a casa senza aver acquistato nulla. A volte mamma mi regalava delle scarpe, anche se non ne avessi bisogno, solo per compensare il mio dispiacere.


Era solo un contentino, ma lo faceva per me.


Giornate come queste, la mancanza di empatia di persone che invece di aiutarti ti criticano o deridono, vedere amici sfoggiare sempre nuovi abiti, mentre tu indossi sempre le stesse cose, sono stati elementi importanti per il mio cambiamento, e hanno contribuito al mio BASTA!


Oggi Emanuele è una persona che può entrare in qualsiasi negozio e acquistare ciò che vuole, posso vestire colorato, aderente, elegante, sportivo…posso sentirmi bene con me stesso.🤳


Da qualche anno posso addirittura acquistare durante i saldi, e trovare occasioni di abiti scontati del 50-70%, cosa che per me in passato era un tabù.


Non nascondo che da ex obeso non abbia sempre complessi e paure dettate da traumi passati.


Ancora oggi, prima di entrare in un negozio “diverso” dai miei vecchi standard, mi chiedo se troverò qualcosa adatto a me, oppure tendo a non chiedere aiuto ai commessi per paura che venga giudicato.


Se devo provare qualcosa, provo sempre una taglia più grande della mia, per paura che se prendessi una taglia più piccola non mi calzerebbe.


Ma poi mi guardo allo specchio, e una voce mi dice:


“Quest’abito ti sta proprio bene”


Non è tua madre o una commessa a dirtelo, ma la tua testa a convincerti di ciò.


Alla fine capisci cosa vuol dire piacersi e volersi bene.❤️




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